Pet Shop Days è un film del 2023 presentato all’ottantesima edizione della Mostra di Venezia nella sezione “Extra” del programma Orizzonti.
Recensione di Anna Sofia Caira
La pellicola è il primo lungometraggio di Olmo Schnabel e i produttori esecutivi sono Michel Franco e Martin Scorsese. Pet Shop Days ha per protagonista l’impulsivo e ribelle Alejandro (Dario Yazbek Bernal) che, dopo aver compiuto per errore un gesto imperdonabile, decide di scappare di casa.
Alejandro lascia il Messico e si ritrova a New York dove incontra Jack (Jack Irv), un giovane dipendente di un negozio di animali, con una situazione familiare tragica quanto la sua. Il colpo di fulmine tra i due li porta negli abissi della malavita di New York, in una spirale di droga e depravazione. Ma il passato da cui Alejandro è fuggito minaccia di raggiungerlo e Jack è obbligato a scegliere se seguirlo o salvarsi.
Accade troppo in pochissimo e il film risulta per questo eccessivo e rimane a tratti irrisolto. Willem Dafoe, nella sua terza interpretazione a Venezia dopo Poor Things e Finalmente l’alba, ci regala l’ennesima ottima interpretazione, ma seppure il suo ruolo di padre enigmatico e disfunzionale sia molto interessante, rimane in superficie, in un panorama piuttosto caotico.
Il tema del film, che è ciò che lo rende coinvolgente, è la solitudine, il tentativo di fuggire da essa. Ciò che emerge chiaramente, e che risulta poi essere il centro di tutte le vicende, è il forte senso di isolamento che ci attrae inevitabilmente l’uno verso l’altro e che porterà Alejandro a innamorarsi di Jack.
Pet Shop Days è la storia di un incontro inaspettato che cambia le vite dei due protagonisti in modo irreversibile. In fondo, l’incontro non diventerà altro che uno scambio di solitudini e, al di là di tutto ciò che accade nel film, è questo scambio a rendere i due protagonisti due esseri umani.
Anna Sofia Caira
critica cinematografica